16 luglio 2009

Le origini del resiano e la "lista" di MORRIS SWADESH

M. Swadesh (1909-1967) era uno studioso di lingue indigene americane , ideatore di un metodo, che nell'ambito della linguistica storica, prende il nome di "lessicostatistica".
La "lista" di Swadesh è una lista di "parole concetto" che può servire per individuare i legami di parentela fra due o più lingue. Più corrispondenze lessicali fra due lingue si trovano nel gruppo di concetti selezionato da Swadesh, più stretta è la loro prentela, mentre un minor numero di lessemi etimologicamente identici indica una maggiore lontananza fra le lingue sotto esame. Per utilizzare questa "lista" è necessario seguire delle regole ben precise. Il Prof. H. Steenwijk (linguista) che con i suoi studi si è molto interessato al resiano, ha effettuato questa interessante ricerca (vedi testo integrale "Morris Swadesh e le origini del resiano" di Han Steenwijk) mettendo a confronto il Resiano standard e quattro altre lingue letterarie slave: sloveno, croato, ceco e russo. Voglio sottolineare che non so che cosa sia il resiano standard, non so se sia un miscuglio delle quattro varianti del resiano o altro, perchè non ho avuto mai l'occasione di leggerlo. Ma veniamo al risultato della ricerca.
I gradi di parentela con le quattro lingue citate sono:
resiano-russo: 80 corrispondenze su 95 concetti = 84,2%
resiano - ceco: 81 corrispondenze su 95 concetti = 85,3%
resiano - croato: 84 corrispondenze su 95 concetti = 88,4%
resiano - sloveno: 88 corrispondenze su 95 concetti = 92,6%
La lingua più imparentata con il resiano risulta lo sloveno (anche se con gli sloveni non ci capiamo proprio!).
Il prof. Stenwijk afferma (dopo aver fatto la ricerca) che il lessico che distingue il resiano dalle altre lingue slave è composto da prestiti friulani (in quattro casi esclusi dal conteggio), da formazioni nuove (in due casi) e da arcaismi (in un caso). Dice anche che, il fatto che ci sia un unico arcaismo: isi - questo, non ci permette di rivendicare per il resiano una derivazione antica e diretta dalla matrice dello slavo comune.
In un altro suo studio: "Sangiorgini, Resiani e Sloveni" il prof. Stenwijk, parlando dei tratti caratteristici del resiano, cita come arcaismo anche la conservazione dell'imperfetto con forme come beson, teson ( s= sc scusate se li scrivo così senza accenti, ma non ho ancora il programma con altri tipi di carattere da poter usare) e dice che nessun altro dialetto sloveno ha conservato queste forme grammaticali.
Nella prefazione al "Repertorio lessicale Italiano-Resiano" di Sergio Chinese (Dizionari resiani ) ,il prof. Stenwijk dice che l'autore ha allargato il fondo lessicale con arcaimi come per esempio ( ne cita alcuni) ajzempon - ferrovia, slat- zecchino. Ma allora questi arcaimi sono uno o più di uno? Forse non rientrano nella lista di Swadesh ma nel resiano esistono. Mi si permetta un'osservazione. Quello che lascia perplessi è l'utilizzo, in questa ricerca, del resiano standard, per il confronto con le altre quattro lingue. La stessa sarebbe molto più scientifica se si utilizzassero invece le quattro varianti del resiano. Poi per esempio ho notato che, per quanto riguarda la parola- concetto "freddo", presente in questo elenco, si riporta unicamente zmarzli (che fatica leggere... e che strani suoni!!!) mentre in resiano diciamo anche mras che non ha invece alcuna corrispondenza con le altre quattro lingue citate. Ho notato anche che per "rotondo", oltre a Kogolejasti ( io dico Kukuleciasto) viene citato anche Okrogli, che non ho mai sentito in resiano.
Sarebbe proprio interessante raccogliere l'invito del Prof. Stenwijk a ripetere questa ricerca anche partendo da un elenco di composizione diversa (e in questo caso,naturalmente, spiegando i criteri con i quali l'elenco è stato redatto e perchè questi criteri scelti siano preferibili per il resiano rispetto a quelli scelti da Swadesh a suo tempo) e non utilizzando il "resiano standard" per il confronto, bensì le quattro varianti del resiano. Se mi si permette un'altra osservazione, io ritengo l'uso di quello che viene definito "Resiano standard" (anche se solo per la scrittura), un pericolo per il nostro dialetto perchè se prendesse piede, andrebbe persa una delle caratteristiche più importanti del resiano: la varietà delle parlate.

Fonte:Han Steenwijk: "Morris Swadesh e le origini del resiano", Näš glas/La nostra voce 4/2, 2008, pp. 6-7

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