Interessante riflessione di don ANGELO ARBOIT, sacerdote e studioso, sui Resiani
"Ma donde venne questa colonia? Non si sa. Alcuni ve la dicono spedita
dai Veneziani, altri staccata dagli Slavi di Tarcento, altri da altri
luoghi. Non potrebbe esser venuta invece da quella terra dal Roso che
Virgilio nelle Georgiche chiama marziale: “Rhesi mavortia tellus”?... I
resiani chiamano sé stessi: rossi, russi, rossiani. E’ probabile che
sieno russi slavi; ma non è probabile ancora che
prima di trasmigrare in Russia dimorassero nella Rhesia Antica che
doveva essere, se mi serve la memoria, tra la Macedonia e i moderni
Balcani. Non hanno dessi seguito l’uso degli emigranti greci e orientali
dando lo stesso nome al fiume ed al paese?"
ANGELO ARBOIT
Giornale di Udine
4/213; 4/214, 1869
13 novembre 2015
23 ottobre 2015
28 maggio 2015
22 maggio 2015
Indignazione della popolazione resiana
Segnalato sulla pagina facebook di RAI3
La popolazione resiana (VAL RESIA,Ud - Friuli Venezia Giulia)) si sente profondamente offesa e indignata per il titolo di questo video, dove, la stessa viene definita come " Sloveni in Friuli", mentre è scientificamente provato anche attraverso lo studio del DNA che non si tratta di popolazione Slovena. Vi ringraziamo per l'attenzione sperando in una pronta rettifica.
07 marzo 2015
La poesia di un antico poeta resiano
Ripubblico volentieri questa breve poesia, scritta da un antico poeta popolare
resiano.
L'avevo trovata, scorrendo tra le pagine della prefazione di un testo dell’illustre
studioso e filologo polacco G. BAUDOUIN DE COURTENAY. In essa, viene descritta, senza artifici ma con molta forza, la condizione
del terreno scarso e ingrato della Vallata, da cui non era possibile ricavare il
necessario per il sostentamento, in quei tempi lontani.
Koj wuna wèrh mi pridowa,
ki pawsorod mi vyduwa,
tje tà nu soe polédnowa,
je màkoj skàla anu rob.
Tje nùtaub dno mi vyduwa,
je màkoj woda ano pròd.
ki pawsorod mi vyduwa,
tje tà nu soe polédnowa,
je màkoj skàla anu rob.
Tje nùtaub dno mi vyduwa,
je màkoj woda ano pròd.
Traduzione tratta dal testo:
Quando ci arrampichiamo sulla sommità,
da qualunque parte guardiamo,
non ci stanno davanti che rocce e burroni.
Guardando giù non si vedono
che acqua, sassi e sabbia.
da qualunque parte guardiamo,
non ci stanno davanti che rocce e burroni.
Guardando giù non si vedono
che acqua, sassi e sabbia.
foto Giovanni Madotto
06 marzo 2015
01 febbraio 2015
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