22 marzo 2012

UNA RISPOSTA DALLA GENETICA


Per chi ritiene che il RESIANO sia un dialetto sloveno, una risposta arriva dalla genetica:
".... costruendo la Mappa genetica abbiamo visto che i Resiani hanno effettivamente caratteristiche particolari del loro GENOMA che fanno sì che non siano particolarmente simili nè agli italiani ai carnici, nè agli sloveni che sono aldilà del confine."
E' la dichiarazione di Paolo Gasparini, coordinatore scientifico del Progetto "Parco genetico del Fvg" a conclusione dei lavori sulla ricerca attuata.

5 commenti:

  1. Per inciso, l’origine degli abitanti della Val di Resia è dibattuta: esiste la leggenda di una loro migrazione dalla Russia, ma sia Jan Baudoin de Courtenay che Don Stefano Valente, di origine resina, la respinsero su basi linguistiche. Quest’ultimo nel 1868 affermò che il resiano è un dialetto dello Slavo Cragnolino e Carinziano. Insostenibile è dunque l’omologazione tra Resia e Russia in virtù di una vaga assonanza dei due termini. Il toponimo è attestato in epoca remota e nell’anno 1240 la grafia era Rexia (pronunciata come in Venexia). C’è chi fa derivare il toponimo dalla base romanza di ràsega (segheria) che G.B. Pellegrini suggerisce per il Passo di Resia, ma nel Medioevo i tronchi erano squadrati con l’accetta, che era uno strumento molto
    più importante della sega. Invece è evidente la relazione di Rézija con la dea Reitia, che vale allo stesso modo per il passo di Resia e per l’antica Retia. È dunque ora di valutare “scientificamente” la possibile identità dei Resiani come una “sacca” venetica arcaica rimasta isolata, la cui lingua assume risalto per l’interpretazione delle iscrizioni venetiche antiche.

    Tratto dal libro: La dea veneta. I Venti antichi dal Baltico alla Bretagna (Edizione Cierre 2009, pag. 153) di Piero Favero

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  2. Grazie mille per le informazioni!
    Di alcune ero già a conoscenza.... mentre trovo interessante e perchè no affascinante la relazione del nome Resia con la dea Reitia.

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  3. E' ora che il mondo accademico faccia un lavoro di comparazione tra i dati aggiornati dell'archeologia e le altre fonti, storiografia antica, studio del territorio antico ecc.
    Per quanto riguarda i Retii, di certo i romani consideravano che un unico popolo avesse occupato il territorio a nord, addirittura fino al lago di Costanza
    ( incastonato tra Svizzera, Austria, Germania), che chiamavano VENETUS LACUS!
    I Retii avevano scambi intensi e abbastanza pacifici con la mia zona, pedemontana veneta; Mel per esempio era un centro di transito commerciale importante Nord-Sud, lungo il Piave.
    La relativa diversificazione tra Veneti e Retii, per quanto riguarda i reperti archeologici, può essere abbondantemente giustificata, secondo gli esperti, dalla forte influenza del diverso habitat.
    LAGOLE( Cadore): località sacra estremamente affascinante. neanche gli abitanti del luogo sembrano aver piena consapevolezza che la dea chiamata lì "Trumusjate", o "Sanante" è con grandissima probabilità sempre proprio lei, Reitia ( o Reita) che aveva anche questi come appellativi principali.
    Quindi il nesso Retii-Reitia è estremamente credibile.
    LAGOLE , oltre che zona termale di cura e luogo sacro, con ogni probabilità, secondo gli archeologi, era anche una luogo di incontro anche politico-culturale tra le popolazioni che scambiavano con il nord ( forse anche etruschi, per esempio).
    Quante cose interessanti, ma basta con il fai da te... che si muovano gli studiosi preparati!!!
    @rivemuson

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  4. http://www.europaveneta.org/areaculturale/venetiantichi/religione.html
    ecco qua un bel documento su Lagole e Reitia...!

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  5. Grazie mille Sergio!! Trovo molto interessanti le notizie contenute nel documento che mi hai inviato. Queste ricerche mi affascinano molto ..........

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