12 maggio 2010

CONFERMATA L'UNICITA' DELLA RAZZA RESIANA

Gli studi genetici condotti sulla popolazione resiana confermano (come si legge sul Messaggero Veneto di oggi 12 maggio2010) che:
"...Dalla mappatura del genoma è emerso che i Resiani condividono in media il 79% del genoma e, pur potendo individuare con metodologie specifiche le popolazioni fondatrici, il lungo isolamento ha reso l'attuale popolazione sostanzialmente diversa dai propri fondatori.."
Vedi Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (clicca qui)
GENOMA = corredo cromosomico base di un individuo.
CROMOSOMA = ciascuno degli organuli costituiti da DNA presenti nel nucleo delle cellule, in cui hanno sede i geni portatori dei caratteri ereditari.
GENI = Ciascuna delle particelle organiche, presenti nei cromosomi, determinanti uno o più dei caratteri ereditari di un individuo.

Alla luce di queste scoperte è tempo che la popolazione resiana venga riconosciuta, attraverso Leggi appropriate, come una razza unica, com'è stata definita dagli scienziati che hanno condotto gli studi (Progetto Parco genetico - Burlo Garofolo di Trieste).

02 maggio 2010

ROSA DI MACCHIA

















A Maggio fiorisce nei prati e nei boschi la rosellina selvatica ( rosa canina, rosa di macchia). E' un arbusto capace di formare cespugli alti anche tre metri dove i rami sarmentosi si intrecciano tanto fittamente da non permettere il passaggio.I tralci ricadenti sono dotati di robusti aculei arcuati con base allargata e colorazione, ma non sempre, rossastra.
Le foglie caduche sono composte e presentano una struttura “a rametto” con 5-7 foglioline a margine dentellato. I fiori sono disposti all’ascella delle foglie, spesso raggruppati. Il colore dei cinque petali cuoriformi può variare dal rosa al bianco. Gli stami sono giallastri. Il profumo è appena percettibile.Il poeta Giovanni Pascoli le ha dedicato una poesia, eccola:

ROSA DI MACCHIA

Rosa di macchia, che dall'irta rama
ridi non vista a quella montanina,
che stornellando passa e che ti chiama
rosa canina;

se sottil mano i fiori tuoi non coglie,
non ti dolere della tua fortuna:
le invidïate rose centofoglie
colgano a una

a una: al freddo sibilar del vento
che l'arse foglie a una a una stacca,
irto il rosaio dondolerà lento
senza una bacca;

ma tu di bacche brillerai nel lutto
del grigio inverno; al rifiorir dell'anno
i fiori nuovi a qualche vizzo frutto
sorrideranno:

e te, col tempo, stupirà cresciuta
quella che all'alba svolta già leggiera
col suo stornello, e risalirà muta,
forse, una sera.