29 settembre 2008

FIORI DEI NOSTRI MONTI



































24 settembre 2008

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18 settembre 2008

CENNI STORICI SULLA VAL RESIA

Da "Identità e tutela Val Resia" www.valresia.it

"...L'insediamento dei primi abitanti si fa risalire alle grandi migrazioni barbariche del VI secolo D.C.Alcuni storiografi sostengono che i movimenti dei popoli slavi iniziarono con una lenta infiltrazione prima dell'inizio dell'era cristiana ma restarono per lungo tempo inavvertiti dai Romani, intenti a fronteggiare i popoli germanici. Le prime informazioni sicure sugli Slavi risalgono a Procopio di Cesarea (storico bizantino) e a Giordanes che, circa nel 550, attestano insediamenti in Carinzia, Slovacchia e Boemia. Queste tribù in Friuli, dopo un breve periodo di mutuo soccorso, si scontrarono, come ci racconta Paolo Diacono, con i Longobardi con i quali ingaggiarono numerosi conflitti e che, in seguito alla battaglia di Lavariano, raggiunsero un compromesso siglando il cosiddetto "patto dell'uovo", che relegò definitivamente le popolazioni slave sui monti orientali friulani. Proprio in quel periodo, forse per sfuggire ai massacri e alle ritorsioni dei vincitori, si rafforzò la penetrazione di alcune tribù slave nel territorio resiano e con documentazione, reperita presso l'abbazia di Moggio e risalente all'anno 1084, si certifica la presenza di popolazione nella Resia Superiore e nella Resia Inferiore. Si può, pertanto, affermare che da quella data Resia seguì le vicende storiche politiche del vicino Friuli. Per tutta l'epoca feudale e fino al Regno napoleonico in valle ebbero vita amministrativa quattro comuni. Due, Osajanë e Solbyza, nella Resia Superiore e gli altri due, Bilä e Njyuä, nella Resia inferiore.Il territorio prevalentemente montuoso, consentiva attività collegate allo sfruttamento delle risorse spontanee. L'unica via che metteva Resia facilmente in contatto con il mondo esterno era tracciata dal corso del fiume Bila uödä (Bianca acqua, ovvero, torrente Resia) affluente di sinistra del fiume Fella e dal tortuoso tratturo che lo affiancava. Attraverso quella via, importante per la fluttuazione dei tronchi, i resiani prendevano contatto con le popolazioni friulane. Le popolazioni della Resia inferiore o occidentale, iniziarono traffici con le popolazioni friulane, mentre quelli della parte superiore orientale si spinsero oltre le montagne, fondando Coritis e Uccea, e oltrepassando l'Isonzo si misero in contatto con gli slavi cragnolini (sloveni-carinziani). Resia, pertanto, funzionò come stato cuscinetto o zona franca fra il mondo slavo- tedesco e il mondo friulano-veneziano. Abbiamo visto che fino al 1805 Resia era suddivisa in quattro comuni. In “Lypäväz”, borgata di Prato, si è sviluppato con il passare del tempo un linguaggio che, recependo influssi provenienti dalle quattro parlate principali, ha creato una sintesi pratica.Mi si permetta, a questo punto, una divagazione fantastica sulla provenienza russa dei resiani.A causa dell'unicità della propria parlata, i resiani sono sempre stati tenuti a distanza, guardati con sospetto e trattati con diffidenza dalle popolazioni contermini. Ecco allora il fiorire della leggenda sulla provenienza russa del popolo resiano. Inconsapevolmente, notando l'interesse suscitato e potendo appurare, grazie alla lingua dei primi ricercatori russi, l'appartenenza al ceppo slavo del resiano, i valligiani rafforzarono lo spirito di appartenenza ad una nazione forte, misteriosa ma allo stesso tempo sufficientemente lontana dai confini della propria terra.Il popolo resiano, però, sottoposto ad una massiccia emigrazione, accerchiato dalla superiorità delle lingue italiana prima e inglese ora, sta velocemente smarrendo ciò che per quindici secoli ha gelosamente custodito. Una ventina di cultori locali, il gruppo folcloristico, il coro femminile i due circoli culturali stanno cercando disperatamente di rivitalizzare la parlata attraverso composizioni, pubblicazioni e l'insegnamento nella scuola. In questo rinato panorama culturale, il coro locale "Monte Canin", sta svolgendo da trentacinque anni la sua responsabile parte....".

Voglio complimentarmi con Sergio per i suoi notevoli contributi (studi e pubblicazioni) riguardanti la nostra bellissima Valle.

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